MARVELIT
presenta
&
In
Jungle
Action
Quando uno pensa alla seconda guerra mondiale, immagina sempre città europee bombardate e carri armati che ne attraversano le strade devastate in mezzo alla popolazione terrorizzata.
Ma c’è un motivo se l’hanno definita “mondiale”: quel terribile conflitto s’è combattuto su diversi campi di battaglia, alcuni esotici e misteriosi, e in diversi modi. Poteva dunque accadere che, dal clima fresco dei monti francesi si passasse al terribile caldo della giungla africana. Il tutto grazie alle scoperte fatte da alcuni archeologi.
Quando gli alleati liberarono un villaggio francese occupato, infatti, scoprirono che i nazisti stavano traducendo alcune pergamene ritrovate in una vecchia biblioteca. Queste erano scritte in una lingua sconosciuta, ma i tedeschi erano a riusciti a tradurne una buona parte, da cui si capiva che erano in cerca di una sorta di “terribile arma” mistica. Un must per ogni nazista che si rispetti. Era risaputo dagli alleati, infatti, che Hitler avesse una vera ossessione per l’occulto e la magia nera, e che cercasse sempre di impossessarsi di qualche artifizio prodigioso che gli garantisse la vittoria sui suoi nemici.
Era di vitale importanza, dunque, evitare che qualunque cosa fosse questa fantomatica superarma finisse nelle loro mani. L’ OSS americano allora organizzò una spedizione in Africa dove, stando alle pergamene tradotte, era il luogo in cui essa era nascosta. Ovviamente, per evitare l’intromissione dei servizi segreti dell’Asse, la missione era segreta, mascherata da una ricerca archeologica. Fortunatamente insieme all’equipe del dottor Paul Alraune però viaggiava, in incognito, il supersoldato americano: Capitan America. Qualunque mostruosità si nascondesse in quella giungla, lui era l’unico in grado di affrontarla.
<Da
questa parte!> indicò il professor Alraune. Un
possente colpo di machete inferto da Steve Rogers
s’abbatte verso le liane che ostruivano il passaggio. Steve
fece strada al drappello e rimase a chiudere la fila. Un rumore alle sue spalle
ne attirò l'attenzione ma quando si voltò c'era solo un uccello colorato che
stava spiccando il volo da un ramo.
<Tutto a posto?> chiese l'archeologo e Rogers fece segno di si con il capo. Lo raggiunse e Alraune lo guardò come se sospettasse la sua vera identità.
Quando parlò capì che non doveva preoccuparsi.
<Se non si è abituati al caldo, alle zanzare e
all'intrico umido della giungla è facile che saltino i nervi, che si inizino a
sentire cose che non ci sono. Ho visto molta gente perdere la bussola e finire
col compromettere le spedizioni comportandosi come dei pazzi>
Prima era stato un falso allarme ma adesso Rogers era sicuro che doveva intervenire in un modo e in
uno soltanto e così spinse a terra Alraune. Giusto in
tempo perché dei corti dardi si conficcarono nel terreno. Il resto del gruppo
reagì e i soldati sotto copertura estrassero in fretta le loro pistole
rischiando di farla saltare visto che nessun archeologo avrebbe avuto dei
riflessi così fulminei.
<In alto, sono sugli alberi> gridò Rogers e poi sfruttò un altro attacco per gettarsi nel
fitto della giungla. Tutti ebbero l'impressione che fosse a caccia di qualcosa,
in realtà doveva trovare solo un luogo in cui liberarsi dai vestiti normali,
indossare il suo costume da Capitan Americaed
estrarre il suo scudo dallo zaino.
Quando tornò verso la zona dell'agguato rimase
dietro ad un albero per vedere come si era evoluta la situazione. Alraune era ancora a terra, paralizzato. Alcuni soldati
erano stati stesi e adesso, alzando lo sguardo vedeva distintamente delle ombre
appollaiate sui rami. Altre erano scese dagli alberi e stavano per stringere il
cerchio intorno ai suoi compagni.
<Non sembrano selvaggi tanto più che dal
briefing fatto da Alraune non c'era stata menzione
che ci fossero tribù ostili in questa zona. E' un luogo così inospitale che mi
chiedo davvero chi sia questa gente. E' ora di scoprirlo> Sbucò
all'improvviso lanciando il suo scudo. Questo compì una parabola in alto e
tagliò il ramo che sosteneva due degli aggressori.
<E' Capitan America> gridò un soldato nella
sua direzione. I due nemici invece di cadere malamente a terra atterrarono come
dei felini. Adesso Cap li vedeva bene. Avevano
l’aspetto di guerrieri tribali, ma il loro atteggiamento, i loro movimenti
erano decisamente ... moderni. Degli anacronismi viventi. A modo loro
affascinanti, ma non per questo meno pericolosi.
<Mi occupo io di loro, portate in salvo il
professore. Troviamoci ad punto di raccolta due-b.
Forza, li rallenterò per darvi il tempo di fuggire>
Gli ordini di Cap erano
secchi. Finito di parlare ingaggiò il combattimento con gli avversari.
<Chi siete? Parlate la mia lingua?>
Non dissero nulla. Uno di essi tirò fuori una
cerbottana per cercare di colpirlo con dei dardi sicuramente avvelenati, ma Cap fu più lesto nel alzare il suo scudo e ripararsi. Il
secondo usava con maestria una lancia e con quella s’avventò sul Capitano ma non
fu più fortunato del suo compagno: anche la sua arma andò ad infrangersi contro
il disco metallico, mentre Cap lo sbilanciò
colpendolo alle gambe con un calcio e poi atterrandolo definitivamente con un
montante. Il secondo tentò nuovamente un secondo attacco con la cerbottana, ma
prima ancora di prendere fiato lo scudo, rimbalzando su di un albero, lo colpì
alla nuca mettendolo k.o... Cap
recuperò la sua arma e cercò di andare nella direzione in cui aveva ordinato di
dirigersi ad Alraune e il resto della squadra, ma la
strada gli venne tagliata da un piccolo manipolo di guerrieri africani, guidati
da un misterioso uomo vestito completamente di nero. Il suo costume aveva delle
sembianze feline.
<Seguite
gli altri. Penso io a lui.>disse
in una lingua incomprensibile per Rogers, e mentre
gli uomini eseguirono l’ordine, egli si lanciò ad un attacco verso Cap. Fu
velocissimo, balzò in un attimo verso di lui e tentò di colpirlo con entrambi i
piedi giunti; solo all’ultimo istante Cap riuscì a
sollevare lo scudo.
<Diavolo se è rapido... quanto l’animale a cui
somiglia....> pensò Steve del suo avversario.
La Pantera era effettivamente elegante e
silenziosa, si muoveva prima a destra poi a sinistra e poi colpiva;
fortunatamente, mesi d’addestramento e siero del supersoldato avevano fatto di
Capitan America un avversario non convenzionale che riusciva perfettamente ad
adattarsi ai movimenti svelti del suo avversario.
Cap colpì con un gancio destro, Pantera ricambiò con
un colpo al tronco. Un calcio dell’uno, una parata dell’altro. Uno schiva, ma
poi va a vuoto. Chi viene colpito si rialza in un istante e rende la pariglia
all’altro. Entrambi per motivi diversi sembrano sostenere il torrido clima
africano. Sembrava un duello destinato a non concludersi, nessuno riusciva ad
avere la meglio sull’altro. L’incredibile match fu interrotto dall’arrivo della
squadra di Alraune tutti con le mani dietro la testa,
con i guerrieri tribali che puntavano loro lance e archi tesi.
<C-Capitano, si arrenda…>
disseAlraune.
Uno deiguerrieri teneva
la punta della lancia contro la sua tempia. I segni che facevaerano
inequivocabili. La loro lingua era incomprensibile ma certe situazioni hanno
una grammatica universale. Pantera Nera prese in consegna lo scudo di Cap, mentre un altro gli legava i polsi dietro la schiena
con manette assai moderne.
<Portateci al vostro villaggio, dal vostro
capo. Sono proprio curioso di conoscerlo e spero che almeno lui sappia la mia
lingua.>
Parole inutili mentre lo affiancavano ad Alraune che provò a parlargli sotto voce.
<E’ una buona idea. Per loro siamo degli
intrusi ma non credo vogliano ucciderci. Non hanno ammazzato nessuno della
spedizione, non ci sono state vittime per fortuna.>
<Chi sono?> chiese Cap.
<Non lo so. Stando alle carte, non doveva
esserci nessuna popolazione tribale in questa zona. Ci sbagliavamo.>
<Professore, sta parlando di questo tipi come
se provasse ammirazione per loro>
<E' così. Almeno una delle mie domande ha
trovato risposta>
<E sarebbe?>
Strizzò l'occhio.
<Adesso so cosa intendeva il generale Philips
quando mi ha detto che il soldato Steve Rogers ...
ammesso che questo sia il tuo nome.... era una guardia del corpo speciale. Non
so quali siano gli accordi e chi sa cosa ma il tuo segreto è al sicuro con me.
Spero di non portarmelo presto nella tomba.> scherzò, e poi tacque per il
resto del viaggio. La sua missione al momento sembrava essere sul punto di
fallire.
Arrivarono in quello che sembrava un tradizionale villaggio della zona. L’uomo vestito da Pantera venne accolto come un eroe. La popolazione locale sembrava piuttosto ostile, evidentemente non vedeva di buon occhio gli stranieri. Non c’era da biasimarli, visto quello che i colonialisti europei avevano fatto nelle terre limitrofe, nel corso dei secoli.
Cap, Alraune e i soldati, sempre immobilizzati, vennero fatti sedere dinnanzi a quello che sembrava essere un tempio a forma di testa di pantera. La Pantera vi entrò dentro e per alcuni minuti vi fu silenzio. Poi iniziò un battito di tamburi e quello che pareva essere uno stregone uscì da lì parlando una lingua incomprensibile, fino a quando dal tempio uscirono quattro uomini che portavano sulla spalle una vara con sopra un elegante trono, sul quale era seduto un uomo.
<Io sono Azzari, i miei sudditi mi chiamano“il saggio”. Siete venuti nel nostro territorio senza invito. Parlate dunque, e diteci perché siete venuti qui in Wakanda o verrete giustiziati.>
Capitan America prese la parola:
<Salve, re Azzari. Mi spiace per l’equivoco che s’è creato... se il vostro uomo Pantera ci avesse permesso di parlare...>
<La Pantera Nera è il nostro eroe nazionale che da secoli protegge la nostra nazione da invasori stranieri. Ha adempito pienamente al suo ruolo. Non doveva farvi domande e non è compito tuo giudicare il suo comportamento.>
<Comprendo perfettamente maestà. Mi chiamo Capitan America ed ricopro un ruolo molto simile verso il mio paese, gli Stati Uniti. Non so se ne è a conoscenza, ma in Europa sta avvenendo un conflitto tra nazioni che coinvolge ...>
<Sono adeguatamente informato sulla situazione europea. Non vedo come la cosa può avervi spinto qui.>
<Vede, abbiamo ritrovato una mappa in un villaggio che abbiamo liberato dai nazisti una mappa che parla di una terribile superarma nascosta nel sottosuolo del vostro paese. Signore, non possiamo permettere che questa cada nelle mani dei nazisti. Sono dei mostri, se s’impadronissero di qualcosa di estremamente pericoloso nessun paese al mondo sarebbe al sicuro dalle loro barbarie... nemmeno il vostro ... Wakanda, ha detto?>
Uno dei guerrieri di Azzari prese dalla giacca di Alraune la suddetta mappa e la porse al re. Questi la studiò attentamente. La fissò per alcuni secondi con molta attenzione e poi altri passati e riflettere prese parola e proclamò.
<E’ sul monte N’Wanku. Non credo che troverete alcunché, ma vi concederò il permesso di recarvi lì e constatare con i vostri occhi, in modo che torniate in Europa e spargete la notizie che si tratta solo di antiche dicerie.> disse, mentre Cap e la sua squadra venivano liberati e la mappa veniva restituita ad Alraune.
<Non voglio altri intromissioni nella mia terra, siano esse da parte delle forse dell’Asse o degli alleati. Verrete scortati costantemente da una mia milizia armata che vi guiderà sino al punto stabilito. Così ho deciso.>
<Ve ne siamo grati, sire.> rispose Capitan America. Azzari e i Wakandani erano terribilmente sospettosi verso gli stranieri, come se custodissero un segreto che non volevano venisse rivelato, tuttavia non si trattava di un popolo di selvaggi come si poteva leggere nei romanzi pulp: avevano un’aria colta ed elitaria, chiusi ma per certi versi “avanti”. Un popolo misterioso, alquanto inquietante ma allo stesso tempo affascinante. Alraune ne era rimasto ammaliato.
Poco dopo l’equipe americana e la scorta wakandana uscirono dal palazzo reale e proseguirono il loro percorso verso le falde del monte. Mentre i soldati fissavano i guerrieri africani con diffidenza, perchè non avevano affatto “digerito” il trattamento avuto precedentemente da essi, il Capitano guidava la spedizione.
<Non mi piacciono questi tipi> gli disse uno dei militari <Tu ti fidi di loro, Cap?>
<Forse sono ancora turbato per l’agguato di prima> rispose <forse la giungla mi sta rendendo paranoico.... ma ho la sensazione di venire osservato.>
Monte
N’Wanku.
Diario del professor Alraune.
Giorno 4 dall'inizio degli scavi.
“Non so se essere felice o meno del fatto che i Wakandani si sbagliassero. Loro pensavano che la nostra
mappa fosse solo un falso, che non stessimo facendo altro che seguire una
leggenda che non aveva fondo di verità e invece ieri, prima che il sole
tramontasse, i miei uomini hanno scoperto l'ingresso di una grotta.
Non si tratta solo di un’entrata naturale. La
roccia presenta della lavorazione che può essere ottenuta solo con strumenti
sofisticati. Io sono sempre restio a credere a contatti extraterrestri con le
popolazioni antiche del nostro mondo, eppure come in altri casi riscontrati in
Egitto e in quella che fu la Mesopotamia, anche nel nostro è più che evidente
la presenza di forze esterne, aliene. Il risultato ottenuto: la perfetta
livellazione della pietra e l'inserimento di placche metalliche nella stessa
non sono giustificate da nessuna delle conoscenze tecnologiche in possesso
degli antichi abitanti di queste terre”
Alraune si interruppe. Capitan America richiamò la sua
attenzione. Il professore lo fece accomodare nella tenda.
<Novità dalla zona dei lavori? L'ingresso è
stato del tutto sgomberato? Mi sento come un ragazzino al primo appuntamento,
eppure nel mio caso dovrei essere più un uomo sposato visto i molti scavi a cui
ho partecipato>
<Per quello che ci capisco io di queste cose
dovrebbe mancare poco. C'è qualcosa però che non mi fa stare tranquillo>
Alraune si alzò e lo raggiunse.
<Vuole del the Capitano? So a cosa sta
alludendo. Io non credo che i Wakandani ci
attaccheranno. Il loro saggio capo e la Pantera ci hanno dato la loro
parola>
<Ho il timore che il fatto della scoperta
della grotta possa averli infastiditi. Dopotutto stiamo mettendo le mani su
qualcosa che appartiene a loro, qualcosa di sacro.>
<Preoccupazioni legittime> si versò il the
mentre Cap rifiutò gentilmente <ma sbaglio o sono
stati loro stessi a dire che stavamo cercando dei fantasmi?>
Prima che Cap potesse
dire altro uno sparo riecheggiò fuori dalla tenda. Il Capitano balzò fuori e
vedendo uno dei soldati che puntava l'arma ancora fumante contro un Wakandano che, colpito una volta, si teneva la spalla
ferita, lanciò il suo scudo disarmando il militare.
<Cosa sta succedendo? Perché si è messo a
sparare contro uno della scorta? Voglio delle risposte e che siano il più
possibili convincenti!>
Cap sollevò il soldato e lo guardò negli occhi. Il
militare rispose.
<Heil Hitler!>
La sorpresa bloccò Cap
e poi una raffica di mitraglie provenne lancinante dalla grotta. In mezzo agli
spari a ripetizioni urla e parole in africano.
<Cosa diavolo sta succedendo?>
<Glielo spiego io Herr Kaptain. Questa missione di ricerca ha
appena cambiato bandiera...>
La voce fu più secca del colpo di luger che uccise il Wakandano
ferito.
Cap si trovò costretto a lasciare il soldato perché Alrauneera ostaggio di uno dei suoi compagni e sulla soglia
della grotta c'era il resto della spedizione e puntavano le loro armi contro
Capitan America.
<Immagino la tua sorpresa e il disappunto
nello scoprire che nemmeno unodei tuoi commilitoni
era chi diceva di essere. Lo stesso però si può dire di te, Capitano, visto che
hai abilmente nascosto il tuo costume sotto l'identità di un soldato anonimo
come quel “Rogers”.>
<Siete dei macellai! Avete ucciso degli
innocenti, colpevoli solo di averci condotto fino a qui. Non è la prima volta
che mi trovo in una situazione simile. La pagherete!>
<Siamo qui per smentire queste tue tronfie
parole. Vogliamo l'arma, sicuri che con questa chiuderemmo ogni discorso con
voi Alleati. Ecco perché quando le nostre spie hanno saputo delle ricerche del
professore abbiamo usato tutte le nostre risorse per comporre il gruppo della
sua spedizione utilizzando agenti Tabula
rasa>
<Tabula rasa? Com'è possibile che dei tedeschi
come voi siano riusciti a spacciarsi per americani?>
<Tabula rasa è un processo di induzione
genetico linguistico. In questo modo stiamo creando dei perfetti agenti
dormienti. Quando ci servono li risvegliamo.>
<Adesso cosa avete intenzione di fare?>
<Tu mi accompagnerai nella grotta e mi
aiuterai a recuperare il manufatto. Mi precederai sul cammino. So come sono
fatti questi antichi siti soprattutto quelli che contengono oggetti così
pericolosi di natura sconosciuta: sono pieni di trappole e tu le supererai per
me>
<E se mi rifiutassi? Cosa ti fa credere che
non preferirei morire piuttosto che aiutare voi nazisti?>
<Sparerò al professore. Ho visto come nella
giungla ti sei arreso quando hai visto che la sua vita era in pericolo. A dire
il vero l'hai fatto anche per noi. Sei troppo ingenuo e prevedibile
Capitano>
Aveva ragione; Cap non
avrebbe mai permesso che uninnocente ci rimettesse la
vita.
Lo guardò con una sguardo carico di rabbia. Serrò
i pugni che cominciarono a tremargli dal nervoso, poi a malincuore si vide
costretto ad accettare le condizioni del nazista.
<Va bene, hai vinto.... per ora. Faremo a modo
tuo. Ma se solo uno dei tuoi uomini alzerò un dito contro il professore
io....>
<Non ti stanchi mai di sentire la tua
voce?>lo interruppe sarcastico il tedesco, mentre uno degli altri soldati
spingeva Cap verso l'ingresso della grotta.
***
Capitan America cercò di non guardare i corpi
degli africani crivellati di colpi che erano stati disposti contro le pareti della
grotta. I loro occhi chiusi, i fori di proiettile che sanguinavano ancora, il
sangue più nero della loro pelle a causa della scarsa luminosità lo spinsero a
stringere così forte i pugni da provare dolore. Avrebbe voluto togliere il
sorriso dalla faccia perfetta e ariana del suo accompagnatore. E invece dovette
sopportare quel cammino di orrore con la voce del tedesco che non lasciava
alcun dubbio sul fatto che in lui no ci fosse un briciolo di umanità.
<Lo sai Kaptain, ho passato una settimana
con il Teschio Rosso. Il Fuhrer gli aveva ordinato di preparare tutti gli
uomini che aveva selezionato per diverse missioni, e tra loro c'ero io. Quando
venni chiamato mi stupii e preoccupai. Perché il Teschio voleva incontrarmi? Io
che all'epoca ero solo l'assistente di un archeologo.>
<Ha sempre avuto un certo talento nel
riconoscere le bestie come lui. Sarà l'odore> disse Rogers
non riuscendo più a trattenere la rabbia.
<Sarà. Il fatto è che in quei giorni io
cambiai. Uccisi i miei primi uomini a sangue freddo. Il Teschio mi mise in mano
questa stessa pistola e mi disse di sparare al professore a cui facevo da
assistente. Era lì davanti a me legato, inerme. Tentennai ma poi capii che
sarei finito al suo posto e premetti il grilletto. Mi congedò dicendo che avrei
proseguito le ricerche di manufatti e che sarei stato chiamato quando un certo
piano d'infiltrazione, che tu ora ben conosci, avesse dato i frutti sperati>
<Se cerchi compassione per quello che sei
stato costretto a fare, in me non la troverai. E' stata una tua scelta, non del
Teschio. E' la paura che ha trasformato un pittore con dei baffi ridicoli in un
dittatore. Lui ha fatto la voce grossa e un paese si è inginocchiato davanti a
lui.>
Il tedesco non replicò a quell'affronto perché
davanti a loro, alla fine del corridoio si aprì una stanza circolare dalle
pareti lisce. Il centro era scavato e nel mezzo si trovava un cilindro con
delle iscrizioni. Non sembravano esserci congegni nascosti, solo un percorso di
ciottoli che conduceva alla conca con la stele rotonda.
<Prego Capitano, fai strada>
Appena lo stivale di Cap
toccò il primo ciottolo in più punti delle pareti queste iniziarono a scorrere
rivelando dei vani da cui dei cannoni dalla foggia strana iniziarono a sparare.
Cap avrebbe voluto che uno di quei colpi tranciasse
di netto la testa del tedesco ma sapeva che se non fosse uscito vivo di lì Alraune ne avrebbe fatto le spese.
Erano già morti troppi innocenti. Questo pensiero
lo spinse a deviare con lo scudo i raggi e poi a lanciarlo. L'arma compì un
movimento circolare e passando vicino alle nicchie fece esplodere i cannoni.
Tornò al braccio di Cap. Il tedesco applaudì.
<Vedo anche alcuni racconti sul tuo conto non
sono stati frutto solo della vostra becera propaganda>
Cap senza dire nulla sollevò di nuovo lo scudo e lo
mise davanti al tedesco. Aveva sentito un piccolo movimento, un rumore che solo
un orecchio allenato come il suo poteva cogliere. Erano queste capacità che lo
rendevano un super soldato. Sullo scudo rimbalzarono dei proiettili sparati
dalla parete di fronte. Il tedesco si chinò preoccupato ma Cap
gli aveva salvato la vita. Il ringraziamento fu in linea con il suo
atteggiamento.
<Quando tornerò a casa potrò dire che il
famoso Capitan America ha impedito che una trappola millenaria mi uccidesse. Lo
so che avresti voluto che succedesse il contrario, ma hai fatto bene e adesso
saranno gli occhi di un archeologo tedesco i primi, dopo secoli, a posarsi su
quel cilindro e a svelarne l'arcano> corse verso il manufatto. Si chinò e passo
le dita guantate nelle scanalature.
Estrasse uno strano apparecchio.
<E' un decifratore. Quando Alraune
è entrato in possesso della mappa io avevo già avuto modo di trovare
manoscritti e pergamene nella stessa lingua. A dire il vero il lavoro lo iniziò
il professore che il Teschio mi fece uccidere. Il Fuhrer aveva visto giusto, io
anche se non completamente, sono riuscito a codificare gran parte di questo
alfabeto e sono stato in grado di farlo risalire all'antica Atlantide al tempo
in cui stava sopra la terra e non sotto il mare>
Il Capitano notò che il tedesco stava passando lo
strumento vicino al cilindro. Di colpo si arrestò e pronunciò una parola.
<Zuras...>
All’esterno.
Non
aveva perso un solo movimento di quella spedizione da quando avevano lasciato
il villaggio. Li aveva seguiti coperto dalle ombre della giungla. Silenzioso,
invisibile. Nessuno lo aveva notato.... solo quel Capitan America ogni tanto
girava lo sguardo alla ricerca di qualche movimento strano.... semplice
paranoia o un istinto molto sviluppato? Comunque neppure lui riuscì a scorgere
i sinuosi movimenti della Pantera Nera tra gli alberi. Tuttavia, pure il
re-guerriero era rimasto stupito dal voltafaccia di quei soldati. Fu colto di
sorpresa e tutto avvenne troppo velocemente per impedire che i suoi fedeli
servitori venissero uccisi. Ma di certo i loro carnefici non sarebbero rimasti
impuniti.
<Lo
sai nonno> disse uno dei nazisti poggiandosi ad un albero e accendendosi una
sigaretta<ti dobbiamo tanto... non eravamo riusciti a decifrare la locazione
precisa di questa presunta superarma... ma ora grazie a te ce l’abbiamo fatta
in meno tempo! Grazie al tuo contributo vinceremo la guerra nel giro di pochi
mesi.... in un certo senso, sei un eroe! Forse il Fuhrer ti darà anche una
medaglia AH AH AH
AH AH AH
AH AH AH
!!!>
La
risata gli si strozzò in gola, quando la Pantera Nera gli fu addosso e prima
che potesse afferrare il suo fucile il suo collo venne spezzato come un ramo
secco.
<Ist die Panther!> gridò uno dei nazisti aprendo il fuoco verso
di lui, ma l’eroe africano si tolse dalla linea con la sua tipica rapidità,
fece un balzo e con un calcio gli spezzò la mandibola.
Gli
altri soldati cercarono di impallinarlo ma furono loro a venire trafitti dai
pugnali al vibranio che Pantera lanciò verso di loro.
In men che non si dica i nazisti vennero eliminati.
Tutti
tranne uno, che prese in ostaggio il professor Alraune.
<Sta
indietro.... sta indietro o lo ammazzo!>
<Non
mi interessa di quel bianco straniero. Tu hai invaso la mia terra, ucciso i
miei servitori. Non posso lasciarti andare. Devi pagare con la vita.>
rispose re Azzari avanzando verso di lui.
<I-Indietro,
sta indietro ho detto!>Il tedesco indietreggiava, terrorizzato. Non si
accorse minimamente del burrone alle sue spalle.
<Was Ist... NIEN!>urlò
mentre precipitava nel vuoto, trascinandosi dietro il professor Alraune, ormai certo di morire, ma prima che questi
seguisse il suo carceriere nell’abisso, Pantera Nera lo afferrò per un polso,
evitandogli il terribile fato.
<G-Grazie...>
bofonchiò mentre cercava di riprendere fiato per lo spavento.
<Cos’è
successo? Dov’è finito il Capitano?> domandò il re, ma improvvisamente la
terra sotto i suoi piedi cominciò a vibrare.
<Ma
cosa....??>
Nel sottosuolo. Pochi minuti prima.
<Wunderbar! E’
.... stupefacente! Queste incisioni sono.... incredibili! Assomiglia al greco
antico, ma in realtà pare essere.... addirittura più antico! Zuras..... Ikaris....
Olimpia... non riesco a capire se sono persone o dei luoghi ....>
Per un
istante quel perfido nazista sembrava quasi simpatico; davanti a
quell’incredibile scoperta scientifica s’era eccitato come un bambino in un
negozio di giocattoli.
Ma fu
solo un breve, brevissimo lasso di tempo: quell’uomo era alla ricerca di una
specie di superarma per conto dei nazisti. Andava assolutamente fermato. Cap stava valutando il da farsi quando improvvisamente udì
degli spari provenire da sopra.
<Che
cosa sta succedendo? Avevamo un patto!> urlò <I tuoi uomini non avrebbero
dovuto aprire il fuoco!>
<Infatti
erano questi i miei ordini, non capisco....>
<Non
mentirmi, feccia nazista! Non avete onore, né niente!>
<Sta
indietro Capitano! Ti avverto...> ma lo sguardo negli occhi azzurri
dell’uomo mascherato gli fece capire che non era più nella posizione di
ascoltarlo. Prese la luger dalla fondina ma i
proiettili rimbalzarono contro lo scudo di Cap. Teneva gli occhi fissi sulla
stella al centro del disco, temendo la prossima mossa del suo avversario e non
si accorse dove mise i piedi e pestando una particolare mattonella innescò un
misterioso meccanismo. L’intera stanza cominciò a tremare, come se
all’improvviso si fosse scatenato un piccolo terremoto.Sotto i loro occhi il cilindro sparì nel
terreno e la parete sul fondo iniziò a vibrare. Si staccarono dei pezzi da essa
come se dall'altro lato lavorassero con picconi e martelli. Lentamente le crepe
nella roccia delinearono la silhouette enorme di una figura. E nel punto dove
c'era la testa che stava emergendo si accesero due pupille simili ad enormi
brillanti infuocati.
<Che cosa hai fatto? Un altro dei tuoi trucchi?> chiese Cap, furioso.
<I-Io.... non ho fatto niente....>
Poi accadde
qualcosa di stupefacente e la figura si staccò dall'abbraccio della grotta.
Stava inizialmente a braccia conserte poi improvvisamente queste si staccarono
e si protesero in avanti. Le dita erano enormi e brillavano come gli occhi.
<Unglaublich...> esclamò il tedesco stupefatto
<Das ist die Wunderwaffe.... è la
superarma!>
Ad una prima occhiata sembrava composto della stessa materia pietrosa della
grotta, ma qui e lì luccicavano pezzi di un armatura in metallo, un
esoscheletro luccicante che teneva insieme le sue enormi membra. Sembrava la
visione distorta e gigante di un automa dei film di Fritz Lang.
Era un automa, una specie di golem costruito per sorvegliare quelle
incisioni da eventuali invasori.
Il colosso scagliò un pugno verso di loro. Cap
fu più lesto ad alzare il suo scudo e a pararne il colpo, ma l’impatto lo
scagliò contro la parete.
<Scappa! Va via!> gridò verso l’uomo che fino a pochi istanti
prima gli stava sparando contro.
L’esploratore nazista non se lo fece ripetere e corse verso l’uscita.
Alraune chiuse gli occhi nell'istante in cui la
Pantera sollevò il pugnale contro di lui. Che il re lo ritenesse colpevole
quanto i tedeschi della morte dei suoi sudditi?
<No, non farlo... >supplicò prima di sentire il sibilo
dell'arma. Un suono secco lo seguì. Era chiaro che non lo aveva colpito, ma che
non era lui il suo bersaglio. La terra su cui poggiavano i piedi smise di
tremare e di aprirsi. Riaprì gli occhi.
<Co-cosa è successo?>
<I miei artigli sono fatti di vibranio,
un materiale che assorbe i suoni. Li sto usando per bloccare i tremori e
permetterci di raggiungere l'ingresso della grotta. Andrò io da solo lì dentro,
a salvare il Capitano, l'unico degno del mio aiuto. Un guerriero di valore sa
riconoscere i propri simili.>
Alraune lo vide piantare i pugnali uno dietro
l'altro segnando un sentiero stabile tra il punto dov'erano e l'ingresso della
tomba. La Pantera si fermò davanti a questa. Nonostante il pugnale conficcato
nella roccia la scossa invece di arrestarsi assorbita dal Vibranio,
incrementò di potenza e il re dovette gettarsi all'indietro e correre via
mentre tutto davanti a lui esplodeva. Tra le grosse schegge e il fumo vide proiettarsi
all'esterno Capitan America. Teneva per un braccio il nazista, che aveva perso
l'arroganza e la sicurezza che aveva quando poteva puntargli la pistola contro,
sapendo che il super soldato non avrebbe potuto muovere un dito contro di lui.
Dietro di loro li inseguiva quell’enormecreatura, che
dopo millenni era tornata alla luce del sole decisa a proteggere il segreto che
custodiva. Quello era lo scopo per cui era stata creata.
Il gigante animato tese le sue grosse mani verso il tedesco che lo aveva
risvegliato, ma Cap si mise tra il colosso e la sua
preda, sbarrandogli la strada con il suo indistruttibile scudo.
<Corri! Mettiti in salvo!> urlò in modo impetuoso.
<La caviglia... si è rotta... non riesco più a muovermi!>esclamò
il nazista, disteso a terra a pochi metri da lui.
<Cosa stai facendo uomo bandiera?> domandò Pantera
nera<Quello è un tuo nemico, perché ti ostini a volerlo salvare mettendo a
repentaglio la tua vita?>
<Perchè io non sono come lui.> rispose
Cap.
Ma nemmeno lui non poté però fare nulla quando l'enorme mano del golem
si strinse intorno al tedesco e glielo strappò via, sollevandolo verso la bocca
a fornace. Alraune distolse lo sguardo quando il
tedesco precipitò nelle fauci calde diventando in un attimo materiale organico
che venne assimilato dalla creatura. L’archeologo non credeva ai suoi occhi. La
creatura aveva un che di familiare. Ricordava gli studi sulla cultura
antichissima e aliena che aveva svolto. Sapeva che avevano delle macchine
robotiche a guardia dei loro siti. Quella cosa era una di queste.
<E' un Dormiente! Un essere che gli Eterni... così si definisce
questa razza negli scritti che ho tradotto.... hanno creato per proteggere la
loro storia!>
<Sapere come si chiama questa cosa non ci aiuterà ad avere la
meglio!> disse Cap, riprendendo lo scudo dopo
averlo scagliato contro l'essere senza ottenere nessun effetto.
La Pantera era salita sul suo petto e cercava di trafiggere le
giunture dell'esoscheletro con i suoi pugnali. Desistette per non fare la fine
della mosca.
<Queste creature hanno ispirato i rabbini a creare i Golem!>
<Professore, ha così a cuore la sua storia e i suoi racconti da
voler morire parlando di loro?>
Disse la Pantera Nera planando al fianco di Alraune.
<Maestà, la storia è l'unica che ci può aiutare!> disse il
professore, intuendo chi fosse l’uomo sotto la maschera<E' un azzardo, ma se
i Golem ne hanno ripreso lo stesso principio, allora vuol dire che sulla sua
fronte c'è una parola... cancellandola dovrebbe fermarsi!>
<Si, è un azzardo ma dobbiamo rischiare. Ho imparato a conoscere il
professore durante questa missione e so di potermi fidare delle sue
intuizioni>
Le parole di Cap convinsero il re, che
decise subito la strategia.
<Tu lo terrai occupato mentre io sfrutterò la mia abilità per
arrivare in cima aquel colosso, e speriamo che il
professore abbia ragione...>
Cap prese la mira e poi lanciò il suo scudo. Voleva che il Dormiente
cercasse di intercettarlo in modo da tale da scoprire un fianco che la Pantera
avrebbe scalato senza difficoltà utilizzando i suoi pugnali come picchetti. Il
Dormiente vide il disco con la stella puntare verso i suoi occhi ma non riuscì
ad intercettarlo e dopo che questo colpì una delle orbite, compì una mezza
parabola tornando dal capitano.
Alraune aveva già assistito alle incredibili doti
di lancio del discobolo americano ma quella versione di Davide contro Golia con
lo scudo al posto della fionda se possibile lo impressionò ancora di più.
Rimase fermo a guardare non accorgendosi che il Dormiente aveva preso della
roccia crollata contro l'ingresso della caverna e l'aveva lanciata verso di
lui. Cap corse all'indietro e gettandosi davanti al
professore assorbì con lo scudo l'impatto della pietra che si sbriciolò.
<Professore se ne vada da qui, non posso occuparmi di lei e allo
stesso tempo del Dormiente! La Pantera è quasi arrivata a destinazione, presto
sapremo se ha avuto l'intuizione giusta...>
Pantera Nera si attaccò ad un pezzo di metallo che racchiudeva il
cranio dell'essere e lo scalò fino in cima. Estrasse i suoi pugnali e individuò
la scritta. I caratteri brillavano. Non era semplicemente incisi erano pervasi
di energia.
<Ho proprio l'impressione che dovrò delle scuse a quell' impiccione
di professore> pensò tra se prima di affondare la lama nelle prime lettere.
A quel punto, quando questa era penetrata abbastanza, la trascinò
lungo tutta la scritta. Cap vide che il Dormiente
reagiva con dolore e sorpresa a quella violazione. La mano si alzò in cerca
della fronte e fu allora che Cap lanciò il suo scudo.
Non mancava mai il bersaglio e questa voltò l'arma si conficcò nel palmo del
Dormiente che lo ritrasse. La Pantera staccò il pugnale. La scritta cominciò a
perdere luminosità e poi i grandi occhi del dormiente si spensero. La Pantera
sentì quell'enorme corpo tremare sconvolto da una specie di scossa interiore.
Vide che la materia che riempiva l'esoscheletro usciva fuori dagli argini
metallici. Si stava disgregando. Sfruttò l'onda di argilla strana per
cavalcarla fino al terreno e nel farlo strappò alla mano che si disfaceva lo
scudo recapitandolo, dopo un balzo felino al suo proprietario.
<Ha funzionato, ce l’abbiamo fatta!> esclamò il Capitano.
Pantera condivideva lo stesso entusiasmo, ma rimase in silenzio.
Alraune guardò l'obiettivo della sua ricerca
sfumare davanti a lui. Sia il Dormiente che il segreto che custodiva erano
perduti per sempre. Cap e Pantera lo raggiunsero. I
pezzi di metallo dell'esoscheletro brillavano al sole come ossa spolpate di
giganti.
<Quello che è rimasto dell'essere verrà portato via dai miei
scienziati e studiato nei laboratori del Wakanda.
Questo non pagherà il prezzo delle vite dei miei sudditi che sono state
spezzate. Nulla potrà farlo.>
<Ma... è uno spreco! Ma vi
rendete conto a cosa abbiamo rinunciato? In quella grotta era custodito un
segreto antico quanto la vita stessa! Domande come “da dove veniamo” hanno finalmente la risposta! C’è la prova che
discendiamo tutti da questi... Eterni, di cui non conosciamo assolutamente
nulla! Vi rendete conto di quanto questa scoperta possa essere preziosa per
l’intera umanità?>
<Io so solo che quello che c’era qua sotto stava per ucciderci.
Quali altri terribili segreti nasconde questa civiltà a cui lei si
riferisce?> disse la Pantera con tono autoritario e severo, che non
ammetteva repliche. Azzariera re prima che uomo e
compagno in quell'avventura tragica.
<Ma.... non capite....>
<Professore, comprendo il suo punto di vista, ma devo concordare
con Pantera.> disse Cap <Sarà pure vero che
discendiamo qua questo popolo di “Eterni” ma siamo troppo concentrati a
combatterci per delle stupide e inutili differenze come la nazionalità o la religione.Il mondo non è ancora pronto per una scoperta del
genere. Non di questi tempi.>
Alla fine anche Alraune sospirò pensando che
forse avevano ragione loro, in questo modo certi pericolosi segreti non
sarebbero caduti nelle mani di nessuno, nè dei
“buoni” nè dei “cattivi”. Quella distinzione in
guerra era piuttosto labile. Anche i “buoni” avevano dimostrato di essere
disposti a tutto pur di far finire la guerra.
<Vi sarà permesso di lasciare queste terre senza problemi ma se vi
ritornerete sarete considerati invasori>riprese a dire la Pantera. Queste
parole pesarono perché accompagnate da uno sguardo verso Capitan America. Lo
Scudiero era diverso dagli occidentali ma un re non poteva cedere.
<Spero che il tempo aiuti a sanare questa ferita tra la tua gente e
la mia, e che magari in un futuro potremo essere alleati.>
<Il futuro non è ancora stato scritto, le parole che ho appena
detto fanno male anche a me, ma io devo avere per prima cosa a cuore gli
interessi della mia gente. So che lo capisci Capitano. Posso solo sperare che
in un futuro i miei successori sul trono, le future Pantere che verranno
combatteranno al fianco di uomini valorosi come te, come io oggi ho fatto.>
<E' anche la mia speranza.> disse Cap
stringendo la mano del re.
Fine.
Le Note
La seconda guerra mondiale, Capitan
America, la Pantera Nera, gli Eterni, il Dormiente.... tutte opere che portano
l’inconfondibile marchio del Re, Jack Kirby! Questo
racconto è stato scritto proprio in omaggio a lui, scomparso il 16 febbraio
1994, giusto 30 anni fa.
Un paio di appunti prima di lasciarvi:
- Il titolo è preso dalla testata in cui
venivano narrate le prime storie della Pantera Nera.
-Il professor Alraune
e, famoso archeologo, è il nonno di Marlene Alraune,
la fidanzata “storica” di Marc Spector/Moon Knight, ed è una nostra creazione originale (dovessimo disegnarlo, lo faremmo basandoci
su un altro celebre archeologo attivo durante la guerra, quel Henry Jones
interpretato magistralmente da Sean Connery in “Indiana Jones e l’ultima
crociata”J)
-Azzari
il saggio è, come avrete dedotto, il nonno di T’Challa
e il padre di T’Chaka, inventato da Kirby su Black Panther # 1 – King Solomon Frog!alla sua prima apparizione in MiT.
-Sebbene non l’abbiamo detto chiaramente,
uno delle spie naziste è riuscito a sopravvivere alla furia della Pantera e a
tornare in Germania, dove darà indicazione agli scienziati nazisti agli ordini
del Teschio Rosso su come creare i loro Dormienti. Un “dietro le quinte” che ha
portato alla storia di Tales of Suspence # 72.
- Le incisione che Cap
e il soldato nazista trovano nel sottosuolo wakandano
sono le stesse trovate da quella troupe americana (accompagnate da un
misterioso cameramen che si rivelerà essere Ikaris) nel primo numero di The Eternals vol. 1, scritto e disegnato
da.... beh lo avete capito no? J
Carmelo & Igor.